La
località Le Ville è oggi un piccolo agglomerato
di case per lo più coloniche, situato sul crinale delle
colline che fiancheggiano il lato sinistro del fiume Elsa. La
zona interessata alla necropoli si trova all'estremo sud del territorio
del Comune di Colle di Val d'Elsa al confine con quello di Casole
d'Elsa.
La zona era nota fin dal XVIII secolo per i ritrovamenti effettuati
dalla famiglia Bargagli, proprietaria del fondo, che fece confluire
gli oggetti recuperati in questa necropoli nelle altre sue proprietà
di Sarteano dove aveva allestito una ricca collezione con i numerosi
ritrovamenti provenienti dal territorio chiusino. La raccolta
archeologica passò poi allo Stato per disposizione testamentaria
nel 1918 e divenne parte integrante del Museo Archeologico Nazionale
di Siena.
Nel 1976 la Soprintendenza Archeologica Toscana autorizzava il
Gruppo Archeologico Colligiano alla ripulitura di alcune tombe
in questa necropoli. Anche in questo caso si trattava di tombe
conosciute da molto tempo e spesso violate ripetutamente, ma,
contrariamente a quanto avvenuto nella necropoli di Dometaia,
la ricerca ha consentito il recupero di numerosi frammenti e la
ricostruzione di una notevole quantità di oggetti. Fino
ad oggi sono state individuate e ripulite 10 tombe tutte interrate
per il crollo della volta e gravemente danneggiate nelle strutture
a causa della friabilità del terreno.
Lo studio delle tombe e del materiale recuperato ha permesso una
più esatta datazione della necropoli il cui utilizzo, iniziato
in età arcaica, si è protratto fino all'ellenismo.Attualmente
la necropoli è divisa in due gruppi di tombe: arcaiche
e classico-ellenistiche distanti fra loro poche centinaia di metri.
Nel primo nucleo è da segnalare la tomba n°1 per la
struttura irregolare che la caratterizza e che le conferisce un
aspetto a spina di pesce. Le tombe di questo gruppo, nonostante
le violazioni subite, hanno restituito materiale di estremo interesse:
urne cinerarie con coperchio iscritto, placchette di osso pertinenti
a cofanetti finemente lavorate, splendidi orecchini d'oro.
Il gruppo delle tombe ellenistiche è caratterizzato dalla
disposizione dei cinque ipogei minori intorno ad una grande tomba
quasi segno di rispetto e ossequio verso la famiglia che ne era
proprietaria e testimonia l'esistenza di importanti emergenze
aristocratiche dislocate in punti strategici del territorio volterrano
fino dall'epoca arcaica. Si tratta di una tomba a pianta complessa
con vestibolo centrale e cinque camere laterali che supera in
dimensioni tutte le altre rinvenute in Valdelsa e che ha consentito,
attraverso la restituzione di innumerevoli frammenti, la ricostruzione
di oltre quattrocento oggetti che vanno dal V al I sec.a.C.
Il materiale raro e prezioso proveniente da questa necropoli si
trova esposto al secondo piano nella sala n° 9 subito di fronte
alle scale: la vetrina contiene gli orecchini a bauletto, l'ago
crinale, una coppia di orecchini a sanguisuga di eccezionale raffinatezza,
placchette ossee intagliate raffiguranti animali fantastici pertinenti
a un cofanetto il cui fondo in legno è stato ricostruito.
Intorno, addossate alle pareti, cinque urne cinerarie in calcare
tenero, due delle quali con coperchio iscritto ed una che presenta
la particolarità di essere stata costruita con tre soli
peducci.
L'altro materiale si trova nelle sale attigue, la n° 10 e
la n°11. Ricorderemo il grande ziro ovoide decorato con fasce
orizzontali a motivi geometrici, una piccola coppa attica, un'anfora
attica frammentaria con numerosi restauri d'epoca attestanti la
preziosità dell'oggetto.
Nella sala n° 13 è riunito il materiale proveniente
dalla grande tomba n°2 il cui utilizzo va dal V al 1 sec.a.C..
Nonostante le ripetute violazioni,ha restituito una tale quantità'
di frammenti la cui ricostruzione ha richiesto al G.A.C. quasi
dieci anni di lavoro. Sono da ricordare frammenti di crateri attici
a figure rosse, kylikes sovradipinte, oinochoai, un servizio in
ceramica argentata, un buon numero di kelebai volterrane e una
significativa varietà di vasellame di uso vario perlopiù
da mensa.
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