Dometaia

L'emergenza archeologica più interessante, e ancora in parte visitabile, nel territorio di Colle di Val d'Elsa è rappresentata da Dometaia, piccolo gruppo di case coloniche a circa Km.4 a sud est del capoluogo.
Le prime notizie di ritrovamenti archeologici in quest'area risalgono alla seconda metà del secolo scorso, ma, purtroppo, il materiale recuperato nel corso di questi scavi è andato in gran parte disperso. Solo una parte di esso è confluito molto più tardi, per una donazione, nel Museo Archeologico Nazionale di Siena.
Nel mese di novembre del 1972 il Soprintendente Archeologico Toscano Guglielmo Maetzke, con il quale il Gruppo Archeologico Colligiano aveva da tempo contatti, autorizzò la ripulitura di alcune tombe, già conosciute dalla fine del 1800, nella necropoli etrusca di Dometaia. Dal 1972 al 1978 furono localizzate e ripulite 16 tombe a camera che restituirono, come era del resto prevedibile in tombe conosciute da così lungo tempo, pochissimo materiale. Nel 1994 poi, in modo del tutto casuale, è stata riportata alla luce la tomba n°17 dalla quale, se pur violata, sono stati recuperati frammenti che hanno consentito la ricostruzione di alcuni vasi di notevole interesse e un orecchino d'oro tubolare con protome felina.
Lo studio delle tombe ha fornito dati interessanti sull'architettura funeraria etrusca e sulla estensione della necropoli che va da Buliciano a Poggio ai Colli ed è quindi molto più estesa di quanto si pensasse in passato così come il suo utilizzo è molto più antico di quanto ritenuto finora.
La disposizione degli ipogei lungo l'attuale strada vicinale ha fatto ipotizzare che tale dislocazione avesse seguito anche in antico un percorso viario molto importante che partendo da Volterra lambiva Dometaia per collegarsi al grande centro abitato di Monteriggioni e spingersi poi nelle zone dell'Etruria interna.La tipologia delle tombe è molto varia:sono stati recuperati finora cinque ipogei di grandi dimensioni; a parte il n°3 di pianta circolare con doppia banchina e accenno di tramezzo, gli altri sono tutti a pianta complessa con vestibolo centrale attorno al quale sono articolate varie camere munite di banchine. Esse riproducono l'architettura della casa arcaica a più ambienti, con tetto displuviato. Si tratta di un tipo di tomba aristocratica utilizzata come tomba di famiglia nel corso di più generazioni a partire dal VI sec.a.C. e testimonia l'esistenza di forme di potere gentilizio in un'area di grande importanza strategica.
Le tombe di modeste dimensioni a pianta quadrangolare o circolare appartenevano a ceti subalterni e sono le più diffuse in tutta l'area volterrana dalla fine del IV al I sec.a.C.
Nel 1998 il Comune di Colle di Val d'Elsa, la Soprintendenza Archeologica Toscana e il Gruppo Archeologico Colligiano hanno progettato la realizzazione di un parco archeologico di facile accesso che consenta ai visitatori di conoscere non solo la necropoli, ma anche le belle pievi romaniche e i caratteristici borghi medievali della zona.
Come primo atto di questo progetto il Gruppo Archeologico Colligiano ha restaurato e reso agibili le prime quattro tombe.
Il materiale recuperato dalla ripulitura delle prime 16 tombe è racconto in un'unica vetrina nella saletta n° 7 al primo piano del museo. I pezzi degni di maggiore interesse sono le due olle in bucchero e alcuni frammenti di vasi attici a figure rosse.
Nella saletta attigua, la n° 8, sono invece conservati gli oggetti ricostruiti dai frammenti provenienti dalla tomba n° 17. Da segnalare due grandi skìphoi sovradipinti ancora in fase di studio e l'orecchino già ricordato.

Alcuni ritrovamenti di questo sito
Dove vedere i ritrovamenti di questo sito nel museo

Collocazione:Piano Primo
Quantità:2 sale

 

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